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I 1000 segreti del sonno

A cura degli specialisti del sonno AIMS

In che modo non dormi? 3 tipi di insonnia e 6 persone

Non c’è un solo modo di dormire male. Ad esempio, possiamo non chiudere occhio per tutta la notte oppure svegliarci nel bel mezzo del sonno senza riuscire a riaddormentarci. Gli studiosi hanno indagato e categorizzato le manifestazioni di questo disturbo. Approfondiamo insieme.

Sveglia! Se si ha la sensazione di dormire male, è importante capire quale problema influisce sul nostro sonno, in che momento del nostro riposo e da quanto tempo si presenta. In questo modo avremo un quadro più preciso della situazione e sarà più agevole affrontarla.

Tipi di insonnia

L’insonnia non è sempre la stessa, ma si può manifestare in modi differenti. A seconda del periodo della notte in cui si incontra maggiore difficoltà ad addormentarsi o a mantenere uno stato di sonno, si possono distinguere diversi tipi di insonnia:

  • l’insonnia iniziale, ovvero quella che richiede un lungo periodo di tempo per riuscire ad addormentarsi
  • l’insonnia centrale, caratterizzata da un sonno leggero con risvegli frequenti o risvegli prolungati con una marcata difficoltà a riaddormentarsi
  • l’insonnia terminale, tipica dei risvegli al mattino presto senza riuscire più ad addormentarsi

A seconda della durata si distingue in:

  • transitoria, se parliamo di giorni;
  • di breve durata, se parliamo di settimane;
  • di lunga durata, se parliamo di mesi.

Ognuno di noi dovrebbe dormire almeno l’85% del tempo trascorso a letto, vale a dire che solo il 15% dovrebbe essere dedicato a rigirarsi nel letto. La fase di addormentamento non deve durare più di mezz’ora dal momento in cui ci si mette sotto le coperte.

Chi è più soggetto a soffrire di insonnia?

Uno studio condotto nel 2020, ha preso in esame più di 3000 italiani e ha evidenziato come il 14,2% di loro reputi di non avere un sonno di buona qualità e il 29,5% di non dormire abbastanza.

Gli esperti hanno definito tre categorie di fattori che, in relazione allo sviluppo e al mantenimento dell’insonnia, vengono distinti in “predisponenti”, “precipitanti” e “perpetuanti”.

Tra i fattori predisponenti, oltre a quelli familiari e specifici della persona, come aspetti caratteriali e psicologici, possono predisporre all’insonnia le alterazioni dei ritmi circadiani, come spesso accade dopo i 50 anni.

I fattori precipitanti sono essenzialmente fattori stressanti che scatenano il disturbo del sonno.

I fattori perpetuanti, in special modo comportamentali, cognitivi e ambientali, trasformano il disturbo del sonno da episodico a cronico, ciò vuol dire con una durata di almeno 3 mesi.

Per fare degli esempi concreti, avere un’età avanzata e vivere in condizioni socio-economiche sfavorevoli sono spesso associate ad un sonno insoddisfacente e di durata insufficiente. Inoltre, sembra essere più soggetto ai disturbi del sonno chi non ha ricevuto una buona istruzione, chi è divorziato e separato e chi ha l’abitudine al fumo. Inaspettatamente, è emerso anche che vivere con bambini da 0 a 4 anni non ha ripercussioni negative sulla qualità del sonno, che invece sono state riportate dai proprietari di animali domestici.

Sito-bibliografia

  • Balestrieri M, Bellantuono C. In: Trattato di psicofarmacologia clinica. Il Pensiero Scientifico Editore. 2003:561-79.
  • sonnomed.it/caratteristiche-principali-del-disturbo-dinsonnia/
  • Varghese, N.E., Lugo, A., Ghislandi, S. et al. Sleep dissatisfaction and insufficient sleep duration in the Italian population. Sci Rep 10, 17943 (2020).
  • Palagini L, et al. Valutazione e trattamento dell’insonnia nella pratica clinica e ai tempi di CoViD-19 in Italia: raccomandazioni del panel di esperti e della task-force integrata di cinque società scientifiche.Riv Psichiatr 2020;55(6):337-341
  • Troynikov O, Watson C, Nawaz N. Sleep environment and sleep physiology: a review. J Therm Biol. 2018;78:192-203.

Lo sapevi?

Lo sapevi?

La termoregolazione è il processo che mette in atto il nostro organismo per mantenere la temperatura del corpo intorno ai 37°C e rappresenta una componente importante della natura ciclica del sonno. Tale processo cerca di mantenere in equilibrio la produzione e la perdita di calore, ma viene influenzato da fattori ambientali e comportamentali.

Lo sapevi?

Lo sapevi?

Durante il sonno NREM la termoregolazione è attiva, ma si riduce fortemente nel sonno REM. Questo comporta che, in caso di cambiamenti della temperatura dell’ambiente in cui stiamo dormendo, gli strumenti che abbiamo a disposizione per mantenere costante la temperatura corporea, come i brividi e la sudorazione, non si attiveranno o quantomeno si attiveranno solo in maniera parziale. Per questo motivo è importante dormire in un ambiente ottimale per godere di un sonno di buona qualità.

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